Grazie alla meritoria azione della Associazione «Giuseppe Serassi» di Guastalla, viene edita per la prima volta l’opera omnia per organo di Arnaldo Bambini, musicista nato a Correggio, la cui grandezza fu pari alla sua modestia. Benché infatti ai suoi tempi fosse salutato come «compositore dal rispetto stilistico assoluto, organista eccellentissimo, signore dell’organo e suo virtuoso, improvvisatore d’eccezione ed Ettore Bontempelli lo annoverasse tra gli «Organisti notevoli», ricusò i prestigiosi incarichi che gli venivano offerti per svolgere il ministero di organista di chiesa a Verolanuova. Come avvenne per tanti brillanti musicisti italiani del tempo, il suo ricordo trascolorò ben presto dalla memoria dei posteri. La sua attività concertistica s’interruppe per ragioni di salute nel 1946. Tenne tuttavia un’ottantina di concerti suonando sovente assieme alle più insigni personalità musicali del suo tempo e riscuotendo grande ammirazione, in particolare come straordinario «cultore dell’arte dell’improvvisazione». Fu inoltre organolgo colto e raffinato esperto di campane. Il lascito organistico di Bambini si articola in una settantina di brani che documentano vividamente la sua crescita artistica. Si inizia da Piccole cadenze in tutti li tuoni e Piccoli preludi per l’intonazione dell’Introito scritti sotto la guida di Oreste Ravanello al Liceo Musicale di Venezia. Poi, dopo diverse pagine di destinazione liturgica di media difficoltà, compaiono quattro robusti «Pezzi da concerto» dedicati a Marco Enrico Bossi che li giudicò «musica buona che un buon organista dovrebbe studiare ed eseguire con propria e con soddisfazione dell’uditorio». Con la Fantasia e Fuga in la minore e il Preludio e Fuga in re minore, il linguaggio di Bambini si fa magniloquente, le forme si dilatano e l’impegno esecutivo s’impenna a livelli di notevole difficoltà. Anche l’armonia si fa più audace addensandosi mirabilmente nell’Intermezzo sulla scala esacordale op. 20a; parimenti, una raffinata poesia pervade didascalicamente i Momenti Francescani, evidente omaggio all’omonima opera di Bossi. Agli studiosi viene dunque restituita una pagina importante della cultura organistica italiana, un’opera monumentale in cui Bambini manifesta la volontà di comporre una Lirica Sacra, cioè una musica elevata che dalle solide basi dei Maestri del passato, si espande grazie al «colore, calore e cantabilità» delle nuove acquisizioni dell’organaria moderna.