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XXXIX. L’organo Luigi Amati 1803 della collegiata insigne  SS. Nazaro e Celso in Brescia

a cura di
Michele Metelli

 

 

 

 

 

Costruito fra il 1803 ed il 1804 l’organo della Collegiata Insigne dei SS. Nazaro e Celso costituisce senza dubbio il capolavoro artistico di Luigi Amati di Pavia, nonché uno fra i più grandi ed interessanti monumenti dell’organaria lombarda del periodo a cavallo fra il XVIII ed il XIX secolo. Basato su un principale di 12’ al Grand’Organo e su un Contrabasso reale di 24’ al pedale, l’organo è dotato di due manuali e di cinquantatré registri fra interi e spezzati; esso presenta caratteristiche tecniche molto particolari, fra cui l’estensione cromatica del Grand’Organo dal Fa-1, un Principale di 24’ nei Bassi che nella controttava richiama al manuale le canne del Contrabasso, l’Oboe ed il Violoncello dell’Organo Eco dotati di tube in ottone e ben quattro registri ad ancia al pedale, fra cui si notano le Trombolle di 4’ (anch’esse con tube in ottone) e le Trombe Dritte di 2’.
Nel 1925 la fisionomia dell’organo venne completamente stravolta a seguito di un invasivo intervento di riforma da parte degli organari Giovanni Frigerio e Francesco Fusari, compiuto secondo i dettami della riforma ceciliana sotto la direzione di Arnaldo Bambini: in quell’occasione vennero disperse le trasmissioni meccaniche originali (sostituite da quelle pneumatico-tubolari), i somieri della basseria, la manticeria e parte del materiale fonico. La prima parte del libro ripercorre la storia organaria della Collegiata, iniziando dai fasti rinascimentali, che videro il susseguirsi di tre strumenti, realizzati da Domenico da Urbino nel 1556, da Carl van Boort nel 1579 e da Graziadio III Antegnati nel 1652. Seguono poi le vicende barocche che vedono il passaggio di organari come Giovanni Battista Pescetti e Francesco Doria, fino al rifacimento di Luigi Amati; infine vengono ripercorsi gli ultimi due secoli di vita dello strumento fino al moderno restauro, approfondendo in particolare gli interventi compiuti da Angelo Amati ne 1876 per volere dell’allora giovane organista titolare Roberto Remondi, quindi quelli apportati da Giovanni Tonoli nel 1881, da Porro e Maccarinelli nel 1889 e da Frigerio e Fusari nel 1925. La seconda parte del volume approfondisce il complesso intervento di restauro-ricostruzione compiuto dalla ditta Giani Casa d’Organi di Corte de’ Frati (CR) fra il 2012 ed il 2015, sotto la direzione del Servizio Tutela Organi del Segretariato regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per la Lombardia. Attraverso una minuziosa descrizione di tutte le analisi e le operazioni effettuate, e con l’ausilio di un ricco apparato fotografico, il testo descrive l’insieme delle operazioni di restauro delle importanti componenti antiche, fra le quali il maestoso somiere maestro dotato di sessantacinque canali e controttava cromatica reale dal Fa-1, e di quelle di ricostruzione in copia filologica delle componenti disperse dalla riforma: fra di esse sono degne di nota la ricostruzione delle prime quattro imponenti canne di 24’ del Contrabasso e la realizzazione degli stampi per le ance secondo il tipico modello Amati, dotato di spalla, compiuto dopo un attento confronto delle misure dei vari registri reperiti sugli strumenti di tre generazioni di organari della famiglia.

Luigi Amati’s organ for the Collegiata Insigne dei SS. Nazaro e Celso is without doubt his masterpiece. He built it between 1803 and 1804 and it represents one of the most interesting monument of the Lombard organ building, between the XVIII and the XIX century. Based on a Principale to the 12’ Grand’Organo and on a Contrabasso Reale with a 24’ pedal, the organ has two manuals and fifty-three registers. Its technical characteristics are unique, as for example: the Grand’Organo chromatic range from the Fa-1; a Principale of 24’ in the Bass; the Oboe and the Violoncello of the Organo Eco having the tubes made of brass and four reed stops (of which we underline the Trombolle of 4’ and the Trombe Dritte of 2’). In 1925, the organ structure was completely distorted after an intervention by the organ builders Giovanni Frigerio and Francesco Fusari, under Arnaldo Bambini’s direction. The remaking was due to the Ceciliana Reform. In that occasion, they substituted the original mechanical actions with compressed-air ones; the Pedal Organ soundboard, the winding and a part of the phonic material got lost. The first partition of the book recalls the organ-building history of the Collegiata. It starts from the splendour of the Renaissance, of which we remember the three meaningful instruments, one by Domenico from Urbino in 1556, one by Carl Van Boort in 1579, and an other by Graziadio III Antegnati in 1652. Then during the Baroque, many important artists followed one another. It is worth to mention Giovanni Battista Pescetti, Francesco Doria and Luigi Amati. Finally, the last two-century history is told until the modern restoration. Angelo Amati’s intervention dated to 1876 is analysed in details, together with Giovanni Tonoli’s dated to 1881, Porro’s and Maccarinelli’s (1889) and Frigerio’s and Fusari’s in 1925. Through a meticulous description of all the analysis and operations, with a rich photographic setup, the work outlines each single restoration step for the ancient pieces. Above these, the majestic main Soundboard provided of sixty-five channels and a Reale chromatic octave below bottom from the Fa-1. Moreover, it traces a philological copy of the lost parts due to the Reform: among these, we must mention the reconstruction of the first four big 24’ pipes of the Contrabasso and the realisation of the moulds for the reeds, following the typical Amati model.

Collana d’arte organaria- XXXIX, 2015
cm. 16.5x23.5, pp. 1-266 a colori
ISBN 9788898958160
Euro 25,00

 

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